Eros e Priapo
ven 06 mag
|Spazio Franco
di Carlo Emilio Gadda | Interpretazione e regia di Massimo Verdastro | Drammaturgia di Massimo Verdastro e Luca Scarlini | Scene e costumi di Pier Paolo Bisleri | Luci di Cesare Accetta | Musiche a cura di Marco Ortolani
Time & Location
06 mag 2022, 21:15
Spazio Franco, Cantieri Culturali Alla Zisa, 90135 Palermo PA, Italia
About The Event
Produzione “Compagnia Diaghilev” e “Galleria Toledo”
in collaborazione con “Compagnia Massimo Verdastro”
SINOSSI
Massimo Verdastro interpreta le pagine fiammeggianti di Carlo Emilio Gadda in una sua nuova versione teatrale: “Eros e Priapo, il libro delle furie”. In quest’opera il grande scrittore lombardo dà corpo alle sue rabbie più ingestibili, facendo i conti con l’ingombrante figura del Duce (articolato istericamente come “Ku-ce” dalle folle in delirio), di cui pure egli era stato plauditore. L’ambiente è quindi quello della Roma imperiale, distesa sepolcrale di marmi, di cui egli vuole descrivere la corruzione sempre più mortifera che ne trapela, con cortocircuiti visionari e violentissimi.
Come ogni grande invettiva, anche questo testo nasce in primo luogo dalla necessità di mettere drasticamente in crisi la figura dello scrivente rispetto ai dati del reale, svelando un meccanismo di seduzione di cui è stato vittima. Il “bicchierante” che voleva fare figliare le donne per mandare i rampolli alla “guerra, guerra, guerra”, riuscì ad arrivare e a restare al potere grazie a un mix infernale di “patria, birri e femine”. E proprio come un politico Don Giovanni egli viene presentato, tra lampi neri di misoginia quasi isterica, che poi rientrano nei ranghi di una commedia di carattere. L’attualità di queste parole è assoluta: i metodi di vendita del consenso si sono affinati grazie al nuovo parco media, ma sono rimasti largamente identici e, senza forzare niente né alterare tono e misura, le frecce scritte a ridosso della Seconda Guerra Mondiale colpiscono anche i bersagli dell’oggi.
Massimo Verdastro, con la complicità della Compagnia Diaghilev e di Galleria Toledo, propone una nuova versione che si avvale delle preziose collaborazioni di Pier Paolo Bisleri per la creazione della scena e dei costumi e di Cesare Accetta per il progetto luci. Questa ennesima prova aggiunge quindi un’ulteriore testimonianza all’itinerario singolare di un performer che sceglie racconti abitati da molteplici identità, dando corpo a vari personaggi che sono sovente solo accennati come diversione da un itinerario principale e che pure animano decisamente un pensiero scenico in cui il confronto con le retoriche verbali è elemento centrale.
BIO
MASSIMO VERDASTRO
Attore e regista, ha alle spalle una lunga e intensa attività teatrale, iniziata a Roma nel 1977 ed è tra i più apprezzati attori teatrali in Italia.
A Palermo nel 1980, si è diplomato alla Scuola di Teatro diretta da Michele Perriera ed è stato tra i soci fondatori della cooperativa Teatès.
Ha collaborato con Silvio Benedetto, Mimmo Cuticchio e Franco Scaldati. Dai primi anni ’90 si è fatto promotore e interprete dell’opera di Nino Gennaro e Lina Prosa.
E’ stato diretto da importanti registi, tra i quali: Federico Tiezzi, Luca Ronconi, Michele Perriera, Peter Stein, Giancarlo Nanni, Serena Sinigaglia, Sylvano Bussotti, Nanni Moretti, Roberto Andò, Valter Malosti, Mauro Avogadro, Giancarlo Cauteruccio. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il Premio UBU nel 2002 e il Premio ETI Olimpici del Teatro nel 2007. Significativo il sodalizio artistico più che ventennale con Federico Tiezzi e Sandro Lombardi. A Firenze nel 1999 crea, con la cantante Francesca Della Monica, la “Compagnia Verdastro della Monica”, per la quale cura le regie di molti spettacoli e di eventi formativi. Dall’ottobre del 2020, presso il Teatro Comunale “Luca Ronconi” di Gubbio, dirige i corsi di alta formazione per il progetto da lui ideato “Teatro dell’inclusione/Convivio didattico delle arti sceniche” e realizza lo spettacolo “Eugenia-Trittico della gente invisibile”, da un testo inedito di Franco Rossi, presentato recentemente al Teatro Romano di Gubbio.
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